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188 | leggende napoletane |
animo di giovinetta si forma la madre, la nonnina che ricorda il suo giocondo passato, la zia che non ha avuto passato d’amore, che non ha presente e la cui mano tremante di emozione si appoggia timidamente sul capo di bimbi non suoi: narrerei loro la storia di Provvidenza, buona speranza. La vorranno essi ascoltare da me, che narro grosse e cattive storielle agli uomini grandi e buoni? I bimbi sono belli, amano le storielle e sono indulgenti col narratore...
V’era dunque una volta, nella nostra carissima Napoli, un uomo molto strano. Io non vi dico l’epoca precisa in cui egli visse la sua vita singolare, poichè a voi, bambini ridenti, non importa nulla una data, voi che avete la fortuna di obliare; poichè a voi non interessano le cifre, voi la cui vita è tutta una poesia. L’epoca io la so, poichè noi grandi abbiamo l’infelicità di sapere troppe cose inutili, di accumulare nella nostra testa tante notizie che a nulla ci valgono — la so e non ve la dico. A voi sicuramente interessa di più sapere