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LA CITTÀ DELL’AMORE | 15 |
Nella notte di estate, notte bionda e bianca di estate, Cimone parla all’amata:
— Parthenope, vuoi tu seguirmi?
— Partiamo, amore.
— Tuo padre ti rifiuta al mio talamo, o soavissima: Eumeo vuole egli per tuo sposo e suo figliolo. Ami tu Eumeo?
— Amo te, Cimone.
— Lode a Venere santa e grazie a te, sua figliola! Pensa dunque quale nero incubo ne sarebbe la vita, divisi, lontani — e come, giovani ancora, aneleremmo alle cupe ombre dello Stige. Vuoi tu partire meco, Parthenope?
— Io sono la tua schiava, amore.
— Pensa: dimenticare la faccia di tuo padre, cancellare dal tuo volto il bacio delle sorelle, fuggire le dolci amiche, abbandonare il tuo tetto...
— Partiamo, Cimone.
— Partire, o dolcissima, partire per un viaggio lungo, penoso, sul mare traditore, per una via ignota, ad una meta sconosciuta; partire senza speranza di ritorno;