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lu munaciello 137

tarinella gridando e torcendosi le braccia, s’aggrappava ai panni degli assassini. Il bel corpo di Stefano Mariconda giacque, orribilmente sfracellato, nella fetida via per una notte ed un giorno: fino a che lo raccolse di là la pietà dei parenti, dandogli onorata sepoltura. Ma invero fu quella morte ignobilmente violenta; e perchè vi è dubbio sul destino di quell’anima, strappata dalla terra e mandata innanzi all’Eterno, carica di peccati, e perchè a gentiluomo non conviensi altra morte violenta che di spada.

La Catarinella fuggì di casa, pazza di dolore, e fu piamente ricoverata in un monastero di monachelle. In un giorno, quando ancora il tempo assegnato dalla ragion divina e dalla ragion medica non era scorso, ella dette alla luce un bimbo piccino, piccino, pallido e dagli occhi sgomentati. Per pietà di quel piccolo essere, le suore lasciarono la madre a nutrirlo e curarlo. Ma col tempo che passava, non cresceva molto il bambino e la madre cui rimaneva confitta nella mente la bella ed aitante persona


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