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Donna Romita, Donna Regina | 129 |
— Ogni monaca di casa Toraldo ha diritto di diventare badessa nel monastero che ha fondato — rispose Regina con tono severo.
— Sia pure. Attendiamo le vostre risoluzioni, sorella.
Ella non rispose. Pensava, raccolta in sè stessa.
— Siateci generosa del vostro consenso, Donna Regina. Troppo vi offendiamo, è vero…
— Desistete — fece quella con un moto di fastidio.
— Non desistiamo, no — riprese Donnalbina, affannandosi. — Dio e voi offendemmo. Grave il peccato, grave l’espiazione. Ecco, ancora non giunsero per noi i venti anni e noi abbandoniamo questo mondo così bello, così ridente; noi lasciamo la nostra casa, le nostre dolci amiche, e care abitudini; lasciamo voi, sorella amata, per quanto offesa. Il chiostro ne aspetta. A voi l’onore di conservare il nostro nome, a voi le liete nozze, l’amore dello sposo, il bacio dei figliuoli…
E la voce di Donnalbina si affievolì come quella di una morente.
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