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96 leggende napoletane

avendo spiegata chiaramente la mia intenzione, ecco il caso.

Nello stretto vico dei Cortellari, che come ognuno sa, apparteneva al seggio di Portanova, v’era una casuccia magra ed alta, dalle piccole finestre, aventi i vetri sporchi ed impiombati. La porta d’entrata era bassa e oscura; sporca e ripida la scala; di rado si aprivano le finestruole. La gente vi passava dinanzi frettolosa, dando uno sguardo fra il collerico ed il pauroso, e borbottando fra i denti non so se una preghiera o una maledizione. In verità, nella casuccia abitava gente malfamata; al primo piano v’era un maledetto giudeo, degno discendente di coloro che crocifissero nostro signore Gesù Cristo, un giudeo ladro che dava il denaro ad usura e tosava le monete d’oro; al secondo una giovane bella, di quelle che sono la tentazione e la dannazione dell’uomo; al terzo un marito ed una moglie, brutti ceffi che il giorno eran fuori di casa a qualche ignoto ed equivoco mestiere e quando rincasavano, a notte