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La grande fiamma 83


ambedue. Intravvide, non si spiegò: intese che come a lui era necessario, in quel momento, uno sfogo, ad essi era necessario, in quello stesso momento, l’appagamento di quel tormentoso desiderio.

— Sentite — disse. — Io ho conosciuta quella soave donna a Livorno, quattro anni fa. Era una polacca; si chiamava Anna; aveva un marito brutale, e che ne era molto, molto geloso. Ella era piccola, delicata, con certi lunghi e folti capelli fulvi e una salute così delicata, che il più piccolo soffio di vento la faceva tossire. Così leggiadra e così debole, io l’ho amata più di tutte le donne opulente, trionfali, maestose, l’ho amata più di qualunque donna abbia mai incontrata, più di qualunque donna potrò mai incontrare sul mio cammino....

— Ella vi ha amato? — chiese ansiosamente donna Grazia.

— Sì — disse Giorgio con semplicità. — Era buona e pia; ma mi ha amato, con tanto ingenuo trasporto, che io consumato alle esaltazioni della passione, fui scosso per la prima volta. Era così geloso