per vari giorni la soave città languente di morte, vide questi due amanti nelle sue calli, nelle sue piazze, nelle sue chiese, sempre insieme, tenendosi sempre per mano, come se volessero comunicarsi un fluido che li legasse per sempre, come se volessero vincere un potere ignoto che aspirasse al dissolvimento. Incapaci di reggere alla solitudine della loro stanza segregata, della loro casa così piena di tristezza, incapaci di prolungare un dialogo solitario senza che li conducesse, istintivamente, inconscientemente, a una fatale conclusione, essi cercavano di mettere il mondo esteriore fra loro, desiderosi di quanto potesse distrarre i loro occhi e le loro anime. Quella semplice e bonaria vita esterna veneziana, li seduceva, non in sè, ma perchè li toglieva alla tetra domanda della loro coscienza; le lunghe stazioni sotto le Procuratie, innanzi ai piccoli tavolini del caffè Florian, dove si ripetono, meno ingenue e meno piacevoli, le scene goldoniane; le lunghe stazioni, in piazza, guardando il volo dei colombi che discendono a man-