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74 | La grande fiamma |
tenerezza, di compassione: egli le carezzò lievemente i capelli, con quel moto affettuoso, famigliare, aggiungendo qualche vaga parola di conforto: e l’uno voleva consolar l’altro, a forza, come di una grande sventura ignota, di cui nessuno dei due voleva pronunziare il nome. Nell’ombra del salone che solo la vampa del caminetto spezzava, gittando spruzzi sanguigni di luce sul vecchio tappeto veneziano, essi si tenevano per mano, frementi di dolore, balbettando incerte parole di consolazione e sembravano, insieme, in quell’ora bruna, in quella camera, la rovina di una grande cosa, i superstiti di un naufragio dove tutto avessero perduto.
Nè il sole novello, nè le miti giornate di ottobre, nè gli sforzi dei loro cuori coraggiosi e onesti, nè la paura della catastrofe che vedevano avvicinarsi e pure volevano scongiurare, potevano ridonare a Grazia e a Ferrante, ciò che era irreparabilmente fuggito. Ancora per vari giorni Venezia che tanti amori e tanti amanti ha visti e dovrà ancora vedere,