tezza nell’annodarsi il velo in casa sua, a Napoli, nel suo appartamento solitario; o l’esser tornata indietro, un momento, per aver dimenticato un taccuino da cui non si separava mai; o il non aver trovato immediatamente la carrozza da nolo; o perchè il cocchiere avea prescelto la stretta, difficoltosa e ingombra via di Forcella alla via della Marina, per andare alla stazione. Chi lo sa! Si trattava di cinque minuti, di soli cinque minuti, cinque piccolissimi, cortissimi, brevissimi minuti, che si perdono così naturalmente, così facilmente un po’ qui, un po’ là, senza saper come: e la loro perdita, poi, equivale alla rovina di tutto un sogno! Fu solamente dopo un’ora di riflessioni amarissime, che ella sentì un soffio di rassegnazione penetrarle nel cuore: ma pur essendosi calmata, un’amaritudine gliene rimase. Si levò, risolutamente: andò a leggere l’orario, sulla parete stuccata di bianco. Avrebbe potuto partire soltanto la sera, alle dieci e quarantacinque. Circa sette ore di attesa! Pure, non ebbe il coraggio di rientrare in città, a Napoli; le