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384 | Sogno di una notte d'estate |
— Ve ne andate? — chiese lui, un po’ affannoso.
— Sì, sì, me ne vado; buona sera, Massimo.
— Restate ancora un poco — balbettò lui. — Ditemi....
— Noi ci siamo detto tutto: non vi è nulla nel vostro cuore che io non sappia: voi sapete tutto del mio, non vi è più nulla, più nulla; buona sera.
— Ma che farete? — egli disse. — Voglio sapere che farete!
— Niente — disse lei, voltandosi, facendo un gesto largo con le braccia. — Niente.
— Non ci possiamo lasciare così — disse lui, tutto agitato. — Restate....
— Sarebbe inutile. Non dovete voi andare?
— Sì.
— E io debbo restare. Addio, Massimo.
— Addio, Luisa.
Ella se ne andò senza voltarsi, un po’ curva, ombra tacita e dolente. Egli la vide sparire: udì aprire e chiudere due porte. E pensando che in quel minuto, rientrata