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Sogno di una notte d'estate 383


— Non vi ha amato?

— Mai.

— Nè avete speranza?

— Nessuna.

— Ma perchè non vi ama?

— Perchè vie della gente che non ama mai, Luisa — gridò lui, subitamente esaltato.

— È vero, è vero — ella rispose, vagamente. — Vi è molta gente che non ama ed è forse felice.

— Forse.

— Ma perchè vi chiama?

— Perchè le fa piacere di avere un servo.

Un lugubre silenzio si fece intorno: le due vittime si guardarono, smorte dello stesso pallore, esauste dallo stesso morbo morale; e fu lei che per la prima, con una infinita dolcezza, gli disse:

— Voi siete come me.

— Come voi — mormorò l’uomo forte, l’uomo scettico, umilmente, dolentemente.

Niente altro. Ella si sollevò dalla sedia, rimase ritta davanti alla scrivania.

— Adesso me ne vado; buona sera.