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28 | La grande fiamma |
Venezia, insieme. Insieme! Pensando, ripensando, pronunciando sottovoce questa parola, ella vedeva scomparire l’ora, il tempo, lo spazio tutto, una nebbia le scendeva sugli occhi, una lieve vertigine le confondeva ogni moto. Insieme! Fu macchinalmente che pagò il cocchiere, scendendo alla partenza, nella stazione, stringendo fra le mani il sacchetto dove erano i suoi valori piú preziosi. La grande galleria coperta dove si prendono i biglietti era quasi vuota. Ella non vi badò.
— Di prima, per Roma — disse, affannando un po’ al bigliettinaio.
— Ecco — fece quello — ma si affretti, perchè il treno parte.
Improvvisamente, presa da una orribile paura, ella si mise a correre, vedendo appena la sua strada, urtando le persone, lasciando appena il tempo alla guardia di tagliare il biglietto, arrivando sul terrapieno, appena a tempo per vedere il treno delle due e cinquantacinque allontanarsi lentamente. Ella tese le braccia e gridò, come se avesse potuto fermarlo. Un facchino sorrise; mentre gli impiegati