Pagina:Serao - Le amanti.djvu/379


Sogno di una notte d'estate 369


lieve sogghigno che l’avea accompagnato, con la intonazione sprezzante che era stata pronunziata: e un lavoro di distruzione si operava in lei, la parola di lui spegneva tutta la cieca fiducia che ella aveva avuto nel suo sogno. Illusione, illusione, il bacio, il fiore, il nome, la voce tremante, la carezza, l’abbraccio, illusione tutto, morto tutto, finito tutto, finito. Una luce fredda le si era fatta dinanzi agli occhi della mente: egli aveva ragione, tutto quel sogno di una notte di estate, sotto il pallido, morbido raggio lunare, era una cosa graziosa, carina, niente altro, da dimenticare immediatamente, da ricordare poi più tardi, molto più tardi, con una certa soavità, anche con un po’ di gratitudine. Ella vedeva, vedeva bene, adesso. La scienza della vita le arrivava di un colpo solo, netto e preciso come quello di una mannaia che recide una mano: tutto sanguinava, ma, ella vedeva la verità. E si sentiva, perduta.

Egli taceva. Era tornato al suo posto e giocherellava con la sua penna di avorio bianco: ma era scomposto nel volto.

     Serao. Le amanti. 47