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364 Sogno di una notte d'estate


— Credevo..., sì, credevo che tu mi amassi....

— Ti sei ingannata — le disse. — Io non ti ho mai amata.

— Mai amata! — fu l’eco desolata della infelice.

— Perchè hai tu creduto questo, Luisa! Non sai tu dunque che cosa sia l’amore?

— Ho creduto.... ho creduto.... che vuoi, ho creduto! — disse ella, aprendo le braccia, con un gesto desolatissimo.

— Tu non sai nulla, cara.

— Forse non so nulla, hai ragione — replicò ella, con la umiltà dei vinti, dei perduti.

E chinando il capo, volendo almeno trovare una scusa alla sua follia, cercando ancora un barlume di speranza nei ricordi, riandò tutto quel sogno di una notte di estate per cui ella aveva fissata la sua vita. E a ogni dolce particolare, a ogni piccolo e pur grande fatto che le si presentava alla memoria, ella trasaliva, ella ricadeva nella sua illusione e alla fine, rendendo tutto il suo pensiero: