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Sogno di una notte d'estate 345


— Ho torto — confessò lui — anche questa bell’ora dev’essere guastata. Scusate, cara. Vi assicurò che sono molto infelice.

— E perchè? — ella chiese, curvandosi a interrogare il suo volto.

Ma gli aveva sfiorato con la guancia la spalla.

— Ho scherzato — rispose Massimo, con la voce un po’ alterata. — Volete sedervi?

E le lasciò il braccio, si sedette sul parapetto e accese una sigaretta. Ella, in piedi, un po’ triste di essere stata abbandonata, con le braccia pendenti lungo la persona, lo guardava.

— Volete fumare?

— No — ella disse.

— Peccato! una sigaretta è deliziosa, qui, a quest’ora.

— Se vi piace, la fumerò.

Egli le offerse il portasigarette russo, di argento, aperto: ella ne prese una, di sigarette, con le dita sottili: ma mentre gli chiedeva del fuoco, Massimo, preso da un subitaneo moto di collera, le strappò la sigaretta e la buttò giù, pei greppi.

     Serao. Le amanti. 44