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344 | Sogno di una notte d'estate |
che questo nome usciva dalle sue labbra, ella aveva un piccolo tremito interno: quando già il nome era stato portato via dalle onde dell’aria, ancora in lei, nel suo cuore si allargavano più grandi, più grandi i cerchi di quel tremore.
— Guardate quelle casette, laggiù? — continuò ella, per sfuggire alla sua crescente commozione, accennando alle casette dei Bagnoli. — Son tutte chiuse, non un lume. Tutti riposano felici, senz’aver bisogno di ammirare la notte e la luna.....
— Gli abitanti di quelle casette videro un giorno un orribile spettacolo — rispose lui, macchinalmente — è qui che hanno fucilato Misdea.
— Qui?
— Laggiù, in quella pianura.
— In una notte come questa?
— No, in un’alba freddissima.
— Perchè lo hanno ucciso?
— Perchè aveva ucciso.
— Voi mi dite sempre delle cose tristi — ella osservò malinconicamente, con un lagno infantile.