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334 | Sogno di una notte d'estate |
dole le mani, che erano gelide, invero, nei guanti.
— No, no....
— Sì, sì, sbarchiamo, questo viaggio in mare, alla luna, vi ha gelato. Sbarchiamo, cammineremo a piedi, per riscaldarci.
Presso il palazzo Donn’Anna vi è spiaggia. Sbarcarono, in fretta, egli pagò il barcaiuolo e lo licenziò: quello gli disse delle parole di augurio; anche lui li prendeva per due amanti. Per salire alla strada dovettero passare presso una di quelle trattorie, fra le tavolate dei mangiatori e dei bevitori, senza guardare nè a dritta nè a sinistra, egli sempre un po’ agitato, ella che lo seguiva senza badare a nulla, quasi che il suo fato fosse quello di seguirlo sempre, dovunque, senza sapere dove si andasse. I bevitori e i mangiatori ridevano e gridavano: la bianca figura di donna non ne fece voltare nessuno, tutti erano ebbri del vino, della notte, o delle chiacchiere dette, con la tanto bella e felice esaltazione meridionale. Massimo e Luisa scesero per la stretta scaletta, uno