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322 | Sogno di una notte d'estate |
— Che bella notte! — susurrò Luisa, affrettando il passo.
— Vi è troppa gente — disse lui, buttando la sigaretta, diventato a un tratto pallido e pensoso.
Luisa se ne accorse. Affettuosamente gli toccò la mano con la sua mano guantata, interrogandolo con lo sguardo; egli non rispose, ma le fece un cenno che non chiedesse, che non voleva parlare. Per temperare questo silenzio, graziosamente le prese la manina guantata e se la passo sotto il braccio, e camminarono più presto, andando verso Santa Lucia. Qualcuno si voltava a guardare la fanciulla biancovestita, i cui occhi brillavano soavemente sotto la nera e trasparente aureola del cappello; ma ella non vedeva nulla, si piegava ogni tanto a guardare il suo compagno, per osservare se l’umor torvo si fosse allontanato.
— Ma che avete? — chiese, alla fine, agitata.
— Vorrei.... vorrei non essere qui — proruppe lui, esprimendole tutta la sua nostalgia inguaribile.