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318 | Sogno di una notte d'estate |
lunghi di camoscio: aveva messo una mantellina di merletto nero a perline nere sul suo vestito bianco e un gran cappello di velo nero, una di quelle scuffie ampie e caratteristiche che stanno divinamente solo a un volto giovanile. Sorrideva, con le labbra, con gli occhi, guardando Massimo, così fresca, così luminosa di gioventù e di spirito, che egli espresse immediatamente la sua opinione.
— Siete una creatura incantevole — disse, con un tono fra la galanteria e la verità, tanto che ella non seppe nè adontarsene, nè rallegrarsene.
Per nascondere il proprio imbarazzo, Luisa si voltò a chiudere la porta di casa sua, mettendosene la chiave in tasca. Si avviarono, accanto, per le scale, senza che Massimo le offrisse il braccio: ella aveva un modo di camminare leggiero e spedito che le veniva dalla estrema giovinezza.
— Sentite — le diceva lui, scendendo — ognuno di noi si secca....
— Io non mi secco mai.
— .... non mi contraddite, voi vi sec-