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L'amante sciocca | 291 |
metteva un fiore all’occhiello, arricciava e profumava i suoi baffi e partiva. Ella lo aiutava a vestirsi, avendo per lui le cure minute di una madre: non gli chiedeva neppure dove andasse e a che ora ritornasse. Lo aspettava. Quando aveva chiusa la porta; alle sue spalle, cominciava per Adele una lunga veglia. Ella riordinava la casa, tutta quanta, dandole il suo assetto notturno; lavorava all’uncinetto, alla coltre fatta a disegno di stelle, poichè aveva rinunziato alla lettura: sonnecchiava; si addormentava sulla sedia. Talvolta si svegliava, di soprassalto, a un rumore: non era nessuno. Talvolta lo stridore della piccola chiave inglese di Paolo Spada che schiudeva la porta del quartierino, la scuoteva. Lo vedeva riapparire bene spesso pallido e stanco, senza voglia di aprir bocca.
— Fai male ad aspettare — le diceva, brevemente.
— Non importa, Paolo.
Non le diceva più nulla, lui, assorto nella stanchezza: non le faceva una carezza non le dava un bacio: si addor-