mente: e la sua curiosità d’ignorante, era anche fatta di gelosia. Con quanta carezzosa voluttà Paolo Spada dipingeva certe figure di donna e Adele Cima vi ricercava, quasi, i ritratti delle donne che egli aveva amate: con quanta crudeltà egli ne disegnava delle altre ed erano forse quelle che lo avevano respinto, o, accettandolo, lo avevano reso infelice! Ella aveva troppo partecipato alla vita di Paolo Spada e dei suoi amici artisti, per non avere capito, a forza di udirlo dire, che quanto essi raccontavano nei loro libri, era loro accaduto: non aveva visto Paolo Spada copiare le lettere di amore, nelle novelle? Così, la lettura di questi volumi lenta, ma continua, produsse sullo spirito di Adele Cima, come una rivelazione sempre più triste, sempre più torturatrice, del passato di Paolo Spada. Ah egli aveva palpitato, e pianto, e sofferto, e spasimato, il suo amante, non per lei, ma per altre donne, egli aveva molto e troppo vissuto, il suo amante, e non con lei; egli aveva avuto delle scene di passione e di disperazione come giammai