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14 | La grande fiamma |
confacente al suo onore; egli si sentiva timido e fragile come lo stelo secco, che nelle mattinate di autunno va in cenere sotto il piede brutale del viandante, e lo sguardo di quella donna parea tremasse di tenerissima pietà, parea che gli dicesse:
— Vieni.
Breve romanzo e intenso, condotto fuor di loro da una mano invisibile: un giorno si erano incontrati fuori Roma, in quella umida, lugubre via Angelica, lungo il fiume tragico che ogni giorno ha il suo morto. Chi aveva strappato la dama ai suoi convegni aristocratici per mandarla a contemplare i vortici traditori del Tevere? Chi aveva preso l’uomo alla sua ambizione, alla sua politica, ai suoi affari? Esiste dunque una fatalità nella passione; o il cuore ha la sua seconda vista, che è anche qualche cosa di fatale; o vi è nell’anima una seconda vita latente, incosciente, sopra cui nulla può la volontà?
— È vero che mi ami? — le aveva chiesto lui, arrossendo e impallidendo, come se quella fosse la prima volta che parlasse di amore.