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186 | Tramontando il sole |
E più il suo spirito spasimava per la battaglia che sosteneva, più ella prodigava a Giovanni Serra i tesori della più squisita affezione. Egli, talvolta, ne restava avvilito. Ora, non le diceva più di non crederle; nè, d’altra parte, la fiducia nasceva in lui, bensì uno stupore malinconico. Quando ella gli dava qualche novella pruova, non chiesta, di amore, egli restava confuso e rammaricato:
— Io non merito questo, Clara. Tu esageri sempre: e che sarà il nostro avvenire, così?
— Io ti amerò sempre egualmente — diceva ella, esaltata.
— Quante volte l’hai detta la parola sempre?
— Ah tu sei crudele! — esclamava lei, abbassando il capo per nascondere il suo pallore.
Sì, quell’onest’uomo, quell’uomo onesto e buono era spesso crudele, con lei. Non s’accorgeva di colpirla, così duramente: o non la credeva sensibile: o credeva che fosse necessario di colpirla, per guarirla da questo morbo spirituale che la teneva.