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Tramontando il sole 151


suo orecchio fine udì il suono timido e debole del campanello, udì la voce bassa con cui egli domandava di lei, in anticamera, e il passo cheto con cui egli si avanzava, a traverso l’appartamento. Clara soffocava per il battito del suo cuore: e l’accoglienza che gli voleva fare, disinvolta e serena, come a un amico che venisse sempre, e le parole che gli voleva dire, tutto sparve, ed egli la trovò in mezzo alla stanza, aspettandolo con troppo palese ansietà e porgendogli una mano glaciale e tremante. Sedettero ambedue non accanto, ma dirimpetto: taciturni, imbarazzati. Clara non osava aprir bocca; intendeva che la sua voce l’avrebbe tradita. Egli guardava, come trasognato, i galloni rossi e azzurri che adornavano il vestito di lana bianca di Clara.

— Mi volevate: — eccomi — egli disse, con un sospiro, chinando gli occhi.

— Grazie — mormorò ella, semplicemente.

— Chiederete voi che io faccia qualche altro sacrifizio, al vostro fascino?

— Tanto vi è costato, questo? —