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Tramontando il sole 135


nere e tristi confidenze, non so quale pericolo. L’intensa attenzione con la quale Clara lo ascoltava, la squisita furberia sentimentale con cui lo interrogava, i suoi silenzii pieni di una repressa emozione, a un tratto facevano risorgere tutti i suoi dubbii e la sua anima sofferente si rigettava indietro, sgomenta di essersi troppo abbandonata. Spesso, diffidente vagamente, egli tentava di togliere il discorso, dicendo che questi ricordi lo turbavano troppo: ma ella l’obbligava, prima con la dolcezza, poi con una certa energia di volontà coperta di dolcezza, a ritornare alla triste istoria. Una sera, in una passeggiata al chiaro di luna, gli disse:

— Ditemi tutto. Forse mai più ci potremo vedere così liberamente e così spesso: forse, fra una settimana, fra un giorno, non ci vedremo più. Dite, dite, che io sappia, che io non muoia senza aver saputo, che qualcuno mi ha veramente amata.

— Potremmo non vederci più, Clara?

— La vita è oscura — ella rispose, profondamente.

Forse, per questo, ella moltiplicava gli