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Tramontando il sole 131


ritornello, che egli pronunziava sempre, nervosamente, a traverso i suoi racconti scuciti; un ritornello che rivelava l’attossicamento della sua vita, in tutte le sue più pure sorgenti, l’avvelenamento crudele di un sangue giovane e di un’anima, resa inetta a vivere e incapace di morire così. Il ritornello:

— Che veleno mi avete dato, che veleno!

Quando ella lo udiva, aveva un moto così pessimista della testa e della persona, sulla crudeltà muliebre, che egli si commoveva. Talvolta, tornava la frase:

— Quanto veleno, Clara, quanto veleno!

Ella diceva, allora, umilissimamente:

— Avete ragione.

Ma da questa sua umiltà voluta, e poi quasi fatta naturale, nei loro colloqui, da questo suo abbassarsi nella coscienza dei suoi gravi torti, da questo non difendersi giammai, da questo dargli ragione, sempre, da questo racconto triste e violento di un amore infelicissimo, ella trasse una nuova sensazione e un nuovo sentimento.