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122 | Tramontando il sole |
fianco, scelto apposta: una veletta nera le scendeva dal cappellino molto semplice e molto carino. Così, sembrava più piccola e più giovane. Serra tardò. Due o tre volte, ella pensò che non sarebbe venuto e si pentì di avergli scritto. Aveva la più ferma volontà di essere umile e schietta, ma il suo amor proprio dava dei sobbalzi all’idea di un rifiuto sprezzante. Però, quando egli entrò, senza far rumore, ella chiuse gli occhi, a nascondere la gioia del suo sguardo. Ella si voltò, gli sorrise e gli stese la mano:
— O ma belle ténébreuse.... — egli disse, con una certa disinvoltura.
Il tono disinvolto durò così, un pochino. Poi, a lui sfuggì una frase pericolosa:
— Io non voleva venire....
— E perchè?
— Mah.... per paura.
— Paura di chi?
— Di voi.
— Di me? Paura?
— Me ne avete sempre fatta un poco, Clara.
— Io sono una povera scema — dis-