ceva. Era scontenta e triste. Sentiva di aver fatto troppi passi sovra un terreno infido, su cui aveva vacillato varie volte: e si pentiva della via intrapresa, così, obbedendo a non so quale segreto impulso del cuore. E dire che da tanto tempo, nel mistero della sua anima, ella si preparava a un incontro con Giovanni Serra; dire che aveva tanto desiderato, mitemente desiderato questo incontro e pensato con umiltà, con tenerezza, tutte le cose umili e tenere che gli avrebbe dette; dire che ella aveva tanto creduto all’effetto della bontà e della dolcezza, sovra un cuore che ella aveva abbeverato di fiele! L’incontro vi era stato, ma stupidamente combinato, senza poesia; ella aveva detto le cose umili e le cose tenere, ma le aveva dette male ed egli non le aveva credute; era stata buona e dolce, e non aveva fatto che tentarlo dolorosamente, rammentandogli i dolori passati. Ah come era triste, e scontenta, e affaticata, e infinitamente delusa, di tutto quello che era accaduto!
— Queste cose del passato, forse, bi-