sicura di non poterla ingannare, quella serva diffidente, sospettosa, dallo sguardo scrutinatore di beghina. Per Isolina, le veniva una vergogna grande di quella confessione, non per altro, perchè le pareva brutto narrare la sua miseria, la sua inabilità, la sua inesperienza. Come avrebbe avuto il coraggio di presentarsi dalla Coppi per avere il cappellino di velluto? E se quella glielo rifiutava? sarebbe stata una mortificazione da non potersi sopportare. Nella sua vita, non aveva mai piantato debiti dalla modista o dalla sarta, con lo istintivo orrore del debito che è in tutte le tranquille coscienze borghesi. E quell’altra donna, l’usuraia, Isolina glielo aveva detto, era una strega,