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130 la virtù

era arrivato prima di me — e rise.

Ella restava tutta confusa, senza rispondere.

— Una di queste sere, quando posso lasciar solo Cencio, il mio nipote, a magazzino, vengo da loro a far quattro ciarle. Io metto le caldarroste e lei il vinello bianco, sora Checca. Ci sta?

— Ci sto.

— Lo dica a Toto, a quel fortunato birbone e me lo saluti tanto.

Ella riprese la strada, sempre più agitata. Adesso anche il sor Sandro che sarebbe venuto, che avrebbe detto, che avrebbe raccontato, che avrebbe scherzato di nuovo — e Susanna, a casa, che aveva forse letta la lettera e che dalla finestra l’aveva vista