Pagina:Serao - La virtù di Checchina, Catania, Giannotta, 1884.djvu/134

124 la virtù

tavolino da giuoco, nel salotto, non aveva cassetti. Era inutile, era meglio tenerla in tasca, stava più al sicuro: ma a pranzo, per la inquietudine crescente, visto che Susanna conservava quel suo viso incollerito e quel silenzio dispettoso, Checchina non mangiò che pochissimo. Ogni tanto, nervosa, metteva la mano in tasca a tastare se vi era la carta, e non cavò mai il fazzoletto, per timore di trarla fuori inavvertitamente. Ma la serva non parlò e Toto non litigò, per miracolo. Era stanco come un facchino che avesse alzato delle balle sul molo, e dopo pranzo si addormentò subito, sul letto, bell’e vestito, avvolto nel vecchio scialle, russando come un mantice. Dovettero