Pagina:Serao - La virtù di Checchina, Catania, Giannotta, 1884.djvu/131


di checchina 121

rena di oro! Le parole si allungavano languidamente, voluttuosamente, tenendosi per mano, legate da certe lineette esili esili; e sotto la grande firma, chiara e larga, come sonante e squillante. Due o tre volte ella ripetè sotto voce: Ugo di Aragona. Poi, da quello che egli diceva nella lettera, le pareva partisse una musica dolorosa, che la faceva struggere di compassione, come per una grande sventura che gli fosse accaduta. Le pareva di udirle da lui quelle malinconiche parole, pronunziate con una mestizia nella voce: le salivano le lagrime agli occhi. Poi l’impressione si calmò, — e le rimase in mente solo la cifra: egli aveva aspettato dalle tre alle sette.