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la mano tagliata. | 65 |
Rachele Cabib, in preda alla più paurosa incertezza.
— Esso aiuta tutti, signorina. Esso vi difenderà.
— Contro mio padre?
— No. Contro quell’uomo che viene in casa, — disse Rosa misteriosamente.
— E tu credi, tu credi che sia mio nemico? — mormorò Rachele pianissimo.
— Ne sono certa, signorina!
— Chi te lo fa supporre?
— Così! Vostro padre vi vuole tanto bene, e vi tortura in tal modo.... ci deve essere un altro.... ci dev’essere chi lo spinge contro di voi....
— E contro Ranieri Lambertini! — esclamò Rachele, con voce desolata.
— Io vedrò il conte, domani, signorina.
— Non dirgli nulla, di tutto questo.... mi raccomando....
— No. Gli chiederò solo di questa veneziana.
— Ma non dire che sono io! — disse Rachele, che era molto fiera.
— Vedrete, vedrete. Ma voi vi dovete decidere, signorina, — disse Rosa, in modo enigmatico.
— A che?
— A quel che sapete!
— Non oso.... non oso.
— Bisogna averne il coraggio.
— Mio padre, mio padre!
— Sarà per il vostro meglio: egli stesso dovrà riconoscerlo.
— Ne soffrirà, ne può morire....
— Eppure bisogna decidersi, — ripetette la serva, che sempre insisteva, conoscendo l’incertezza della padrona.
— Più tardi.... più tardi!
— Più ritardate, peggio è.
— Non ne ho la forza, Rosa.
— Chiedetela a Dio.