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la mano tagliata. 399

cristiani e come li ho polverizzati, tutti quelli che sono capitati sotto la mia volontà! Come ho spezzato i loro cuori e rovinato le loro esistenze, senza che essi potessero intendere tutta la mia vendetta! Era una vendetta annosa, quella che esercitavo contro loro, giacchè io era, in fondo, un uomo pio e adoravo il Dio di Abramo e di Mosè; era la vendetta del nostro tempio crollato, della nostra fede precipitata, della nostra nazione dispersa, della nostra fortuna distrutta: la vendetta contro i cristiani, contro queste belve dall’aspetto mite che ci perseguitano da secoli, che non ci danno tregua e che sono, adesso, nelle nostre mani, perchè siamo i più ricchi, i più furbi, i più forti, i più audaci.

«Ognuno di noi conserva nel cuore questo spirito di vendetta, contro i cristiani, ma non tutti possono esprimerlo e non tutti possono svilupparlo. Lo dichiaro; sempre che ho potuto avvilire, vituperare, rovinare un cristiano, io l’ho fatto con ferocia e con entusiasmo. Dio di Abramo e di Mosè, tu devi essere contento di me!

«Ma la Germania, dove noi per uno strano caso risiedevamo da più anni, mentre per molto tempo eravamo andati vagabondi, la Germania mi parve un campo troppo ristretto per la mia immensa ambizione. Fervevano allora i primi moti nihilisti, e dalle conflagrazioni politiche, come dall’esaltazione delle anime, non poteva che trarre vantaggio la mia fortuna. Deliberai di lasciare Berlino e di portarmi in Russia, dove il campo sarebbe stato vasto in una società così convulsa e così bizzarra. I russi sono molto mistici, quasi tutti credono allo spiritismo, e l’ipnotismo li seduce più di qualunque altro popolo. D’altronde, la Russia è piena di ebrei, e io avrei trovato un ampio mondo, dove sviluppare tutta la mia attività e tutti i miei desiderî di gloria.