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368 la mano tagliata.


«Così, ogni tanto, io mi rassicurava e godeva le ore più belle di felicità, con la mia Maria, senza che nessun pensiero venisse a molestarmi. Ma, una notte, accadde qualche cosa di bizzarro e di doloroso. Potevano essere le due del mattino e Maria dormiva quietissimamente accanto a me; io, che non dormivo, la guardavo respirare mitemente, come una bimba e mi sentivo struggere di tenerezza. La lampada velata gettava delle ombre dolci su quel nobile e fine volto e io adorava quella cara donna. Pure, a un tratto, mi parve che un sospiro escisse dal suo petto. Credetti di essermi ingannato; ma ella si mise a gemere sottovoce, nel sonno, mentre io impallidivo di dolore. Non osavo svegliarla, mentre vedevo che ella era sotto un incubo; Maria, continuava a lagnarsi, come una bimba. Le divenne affannoso il respiro; si agitò convulsamente nel letto e infine, dato un lungo grido di terrore, si levò a sedere, con gli occhi sbarrati guardando nell’ombra!

«— Maria, Maria, che hai? — chiesi io, stringendola fra le braccia.

«— Vergine Maria, Vergine Maria, aiutami tu, assistimi tu! — continuava a gridare lei, con le mani nei capelli, come se non si accorgesse di me.

«— Ma che hai, Maria, Maria, sono qui io, non ti sgomentare, è un sogno, forse, che ti sgomenta?

«— Che sogno? — diss’ella — sogno? Roberto tu sei qui, è vero? Io non ho sognato. Io l’ho visto!

«— Chi?

«— Lui, Marcus Henner!

«— Calmati, anima mia, hai sognato?

«— No, Roberto, no, egli è qui, lo sento, mi vuole, mi chiama, mi prenderà!

«— No, Maria, no! siamo soli, tutto è silenzio, la casa è sbarrata, sei nelle mie braccia! —

«Invano con tutte le carezze più tenere tentai