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la mano tagliata. 285


— Bisogna salvare Maria, — esclamò Roberto, con fermezza.

— Due volte essa ha tentato di fuggire, — riprese John. — Lewis, certo, era suo complice; ma il piano era mal fatto. La signora non aveva denaro. E poi, da quindici anni che non vede nessuno, ha perduto così ogni idea del mondo, che non saprebbe fare un passo essa sola!

— Io la proteggerò, e la difenderò, — disse Roberto. — Ma, senza il vostro aiuto, John, nulla si potrà fare, — e gli rivolse uno sguardo, tra supplichevole e tenero.

— Che cosa ne volete fare della signora Maria? — domandò John, che già cedeva, tanto era il desiderio di liberare quell’infelicissima.

— Io voglio scarcerarla; sottrarla per sempre a Marcus Henner; ricongiungerla con sua figlia.

— Voi amate la signora Maria, signore?

— Io l’amo.

— Ma non la conoscete?

— No, non la conosco, ma l’ho vista.

— Dove?

— A Roma, una sera di carnevale.

— Ella vi conosce?

— Non mi conosce. Ma voi le darete questa lettera, — disse Roberto, cavandola audacemente di tasca.

— È una lettera d’amore, è vero? — domandò John, con un lieve sorriso.

— Sì e no. La signora Maria deve sapere che ella ha un amico, deciso a tutto, pure di salvarla, un amico che vuole spendere la sua salute, il suo denaro, la sua vita, pure di toglierla a Marcus Henner.

— Egli ci ucciderà tutti, — disse con un brivido di terrore John.

— Sentite, John, — interloquì ad un tratto Dick Leslie, che aveva taciuto sino allora. — Voi non