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22 | la mano tagliata. |
— Ma naturalmente. È la prima cosa che io avrei fatta.
— Tu sei donna.
— Non solo le donne sono curiose.
— Io non sono curioso.
— Va là, che tu fremi di sapere che vi è dentro.
— Io? no.
— Oh, che uomo senza sangue! Apri, apri, ora che vai a casa.
— È serrata bene.
— Non vi è chiave?
— No. Niente.
— Un fermaglio?
— Una serratura inglese.
— Forzala.
— Tu mi consigli una effrazione.
— Devi farla, — diss’ella, scrollando il capo.
— E perchè?
— Per tua sicurezza.
— Sicurezza?
— Già. Non vuoi tu consegnare la scatola alla questura?
— Sì.
— Ebbene, la più volgare prudenza vuole che tu apra il cofano.
— Non intendo.
— E se vi è denaro? Se il possessore dichiara che vi era un milione, invece di mille lire e tu non sai niente? Se vi sono carte compromettenti?
— Hai ragione, — disse lui, tutto pensoso.
— Ascoltami, Roberto, è meglio aprirla.
— Mi ripugna.
— Non vi è nessun male.
— Sì; ma ne ho ritegno.
— Vuoi che venga con te, all’albergo, ad aprire la scatola? — diss’ella, con tono di civetteria.
— E che direbbe il portiere del mio albergo, vedendo apparire dopo mezzanotte una così bella