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258 la mano tagliata.

te Alimena; egli previde che Dick Leslie avesse fatto un fiasco completo. Ma, se avesse fatto fiasco, perchè sarebbe venuto colà?

— Ebbene? — egli disse, sedendosi dirimpetto al detective che lo guardava quietamente.

— Si va, — rispose costui, semplicemente, ma a bassa voce.

— Cioè?

— Ho ritrovato il nostro uomo.

— Veramente? — gridò Roberto, fremendo di gioia, ma ancora incredulo.

— Ho ragione d’esserne certo.

— Dov’è?

— A Londra.

— Lontano?

— Così, così. Venti minuti di carrozza, — rispose laconicamente Dick Leslie.

— Come si chiama?

— Marcus Henner, — rispose l’agente di polizia, a voce molto bassa.

— Di che paese?

— Oriundo tedesco, ma ebreo.

— È proprio lui? — chiese ancora Roberto.

— Proprio lui, piccolo, gobbo davanti e di dietro, con gli occhi verdi, emaciato, smunto, con una barbetta rada e sudicia, con un cranio, dove ispido e dove pelato.

— È lui, — disse con un profondo sospiro di sollievo Roberto Alimena.

— Che fa?

— È un medico, ma non un medico dei soliti, di quelli che accomodano le braccia rotte e che guardano le lingue sporche. È un medico di malattie nervose, ma è soprattutto un ipnotizzatore. Non guarisce, finge di guarire, cioè convince la gente di esser guarita, — spiegò Dick Leslie. — Il dottor Marcus Henner ha una larga clientela, specialmente femminile, e guadagna quello che vuo-