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184 la mano tagliata.


— Rinneghi l’odio per me? Fa’ uno sforzo su te stessa, scaccia questo sentimento per obbedirmi. Lo rinneghi? —

Il viso della ipnotizzata si fece pallidissimo; ella scosse la testa, come se volesse sottrarsi al fascino ipnotico. Ma egli le passò subito le dita sulla fronte.

— Rinneghi, rinneghi?

— Rinnego.

— Ah! — egli fece, con un sospiro di soddisfazione.

E si curvò su lei a comandarla.

— Devi amarmi, intendi? Vinci, vinci il tuo cuore che ancora si dibatte, senti la mia volontà, senti il dominio che io esercito sulla tua volontà! —

Dicendo queste cose il gobbo aveva negli occhi verdi e nella voce tanto imperio, tanto fluido di dominazione, che un genio infernale pareva sprizzasse dal suo sguardo e dalle sue parole. Distesa, tutta bianca nelle sue vesti, Maria, inerme, indifesa, subiva tutto il fascino malvagio di quell’uomo terribile.

— Ami ancora Jehan Straube? — le chiese, con un ghigno d’ironia.

— No, — disse lei, dopo una esitazione.

— Lo hai scacciato dal tuo cuore?

— Scacciato.

— Dimenticato?

— Se vuoi, lo dimenticherò.

— Lo voglio. —

Ella tacque.

— Mi ami? — egli le chiese, inginocchiato innanzi a lei, con uno sguardo ardente.

— Ti amo, — ella rispose, a voce fioca.

— Ripetilo!

— Ti amo.

— Quanto?