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134 la mano tagliata.

morta: voi mi avete sempre detto il contrario Perchè io sono sola, dunque, qui? Dove è mia madre? Chi me l’ha tolta? Che ne avete fatto? — ella chiese, levandosi, stendendo le braccia contro suo padre.

— Io? Io?

— Sì, sì, voi. I vostri detti sono sempre così oscuri! Ciò che mi narrate è sempre così misterioso! Dove è ella? Ditelo. Che fa? Perchè me l’avete tolta? Essa mi difenderebbe contro costui!

— Rachele, tu mi uccidi, — gemette Mosè Cabib, ricadendo sopra una sedia.

— E di mia madre, dite, che avete voi fatto? Non l’avete uccisa? Non l’avete perduta? Io non so niente! Difendetevi!

— Rachele, Rachele, Dio punisce i figli ribelli! — disse Mosè, esalando il suo dolore.

— Mia madre, mia madre!

— Io l’ho adorata, come adoro te!

— Ma mi volete dare a costui! — Mosè chinò il capo. Un lampo terribile, a un tratto, illuminò la fisonomia di Rachele. E senz’altro, si diresse verso il gobbo dagli occhi verdi.

— Voi sapete dove è mia madre! — gli gridò, sulla faccia.

— No, — si difese costui, indietreggiando.

— Lo sapete, lo sapete. Ditemelo!

— Non lo so: non l’ho conosciuta, non la conosco, — disse il Maestro, abbassando per la prima volta gli occhi innanzi a Rachele.

— Giuratelo!

— Lo giuro.

— Su Dio! Sul vostro Dio! — ella gridò.

Marcus Henner tacque.

— Padre, padre, egli lo sa! — fece ella, torcendosi le braccia.

— No, no.

— Lo sa, padre, questo infame, questo crudele.