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la mano tagliata. 131


— Questa è una trama cristiana! — gridò Marcus Henner.

— No. Nessuno mai mi aveva detto nulla: neppure Ranieri Lambertini. Io ho conosciuto il conte in chiesa....

— In chiesa! — gridò Marcus Henner, esterrefatto.

— In chiesa! — gridò Mosè Cabib, desolato.

— Sì, dal giorno in cui mia madre mi ha parlato di Gesù, io ho posto il piede in una chiesa cristiana....

— E vi sei tornata?

— Sempre. Ogni volta che potevo uscire, sfuggire alla vostra sorveglianza, mi facevo accompagnare da Rosa, in una chiesa cristiana.

— Io scaccerò Rosa.

— È inutile, padre; ella non ha nessuna colpa. Io la costringevo ad accompagnarmi. Sono andata nelle piccole e nelle grandi chiese di Roma, le conosco quasi tutte e in tutte ho pregato....

— Terribile, terribile! — urlò Mosè Cabib, con le mani levate, come se volesse minacciare il cielo.

— Voi siete una rinnegata, un’apostata, — disse tetramente Marcus Henner, guardando fisso la fanciulla.

— È nella chiesa di santa Maria Maggiore che ho visto per la prima volta Ranieri Lambertini. Pregava, pregavo. Ci guardammo, ci amammo.... e il resto, voi lo conoscete.

— E che vuoi tu fare? — disse Mosè Cabib, a sua figlia.

— Diventare cristiana e sposare Ranieri Lambertini, colui che amo, — diss’ella, quietamente, incrociando le mani.

— Io te l’impedirò, — gridò Mosè Cabib.

— Non potete.

— Sono tuo padre; la legge ebraica è chiara; mi devi obbedienza.