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114 | la mano tagliata. |
— Gli occhi di Rachele! Lo sguardo di Rachele! — gli disse costui, a voce soffocata.
— Credete che sia lei?
— Non so.... non so.... con quell’uomo.... ella è a casa sua, ne sono certo.... ma quello sguardo.... — La donna aveva volte le spalle, di nuovo, con un moto lento e un po’ rigido.
— Sarà lei? — mormorava Ranieri, al colmo del turbamento.
— Vogliamo accertarcene? Vogliamo scendere dalla carrozza? Avvicinarci a piedi? — disse Roberto.
— No, no, li perderemmo subito di vista.... Seguiamoli, dovunque vanno; vediamo dove entrano; interroghiamo il portinaio, il cocchiere.... —
Héliane Love non aveva udito che poche parole di questo dialogo fatto a voce sommessa. Del resto, era una donna fine e aveva perfettamente inteso che i due giovani erano agitatissimi. Ella chiese:
— Gitto ancora dei fiori?
— Sì, — disse macchinalmente Roberto.
— Sì, sì, — replicò Ranieri, come un’eco.
Ella, ora, ne gittava quanti gliene venivano tra mani, vuotando la sua carrozza, strappando le ghirlande di fiori che l’adornavano, devastandola, ma i due parevano ricaduti nella loro immobilità di statue. Adesso Héliane era in piedi sul sedile: anche i due giovani vi erano saliti, formando un gruppo strano: del resto, in quella fine di giornata di carnevale, ciò non si notava. Adesso il Corso si vuotava, le carrozze andavano più presto e quasi si arrivava a piazza Venezia. D’un salto, Roberto Alimena andò a collocarsi presso il cocchiere e preso un ultimo fascio di rose bianche lo gittò contro la donna bianca, colpendola fra le spalle e il collo.
Ella si volse, con lentezza. Fece un gesto bizzarro, come per isvolgersi dai suoi panneggiamenti