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la mano tagliata. 113

mo sempre rannicchiato al suo posto. I due giovani e la donna erano sempre inginocchiati sul sedile posteriore, per guardar bene.

— Sarà lui? — domandò, come a sè stesso, Ranieri Lambertini.

— Sarà lui? — identicamente chiese a sè Roberto Alimena.

— Sarebbe bene si voltasse, — mormorò l’uno all’altro.

— Ora lo faccio voltare io, — disse Héliane Love, che aveva udito.

E prese due o tre mazzolini di fiori, con grande abilità li mandò tutti nella carrozza del domino nero e della donna bianca. Ma nessuno dei due si voltò.

— Ostinati! — esclamò lei, irritandosi.

E ne gittò degli altri, più presto, non colpendo sempre, per la fretta.

— Niente, niente! — esclamava, nervosissima.

Ansiosamente, i due giovinotti guardavano questa lotta, fra i proiettili di Héliane Love e la immobilità di quei due. Per fortuna la carrozza di Héliane era piena di fiori da gittare.

— Cerca di colpire la donna, — disse Roberto.

— Anche a lei, ti interessi?

— No.... ma può essere un filo. —

E difatti, Héliane Love si mise a bersagliare la donna di mazzolini. Costei, finalmente, si volse. Essi erano a piazza Colonna che la luce elettrica inondava di chiarore. Si volse, la donna, e gittò un lungo sguardo nella vettura della saettatrice. Lungo sguardo, di occhi molto fieri, molto tristi e molto dolci, strano sguardo di meraviglia, di dolore, di alterezza e di bontà, sguardo complesso che strappò un grido a Ranieri e fece fremere di sorpresa e di misteriosa commozione Roberto.

— Che avete? — disse Alimena, turbato dal grido di Ranieri.