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48 La Conquista di Roma

e fresca, come in un sotterraneo: andavano lentamente, senza guardarsi, discorrendo sottovoce, con le dita intrecciate. Ella chinò gli occhi, incontrando quelli di Francesco Sangiorgio, e l’uomo si guardò come meravigliato e importunato.

— Figuriamoci che sarà di sera, con la luna! — pensò l’onorevole Sangiorgio. — I romani antichi hanno fatto il Colosseo, perchè gli amanti moderni ci vengano a tubare.

E si strinse nelle spalle, nel suo segreto disprezzo dell’amore; il disdegno del provinciale cui mancò il tempo, l’occasione, la voglia di amare, il disdegno dell’uomo profondamente assorto in un altro desiderio, che non era l’amore.

«Andiamo a Sangiovanni in Laterano?» chiese il cocchiere, pigliando lui l’iniziativa.

«Andiamo pure»,

E lo condusse prima a San Giovanni Laterano poi a Santamaria Maggiore, deponendolo fedelmente alla porta. Ma quelle chiese erano più piccole di San Pietro: non lo maravigliarono neppure per la loro grandezza: erano più mistiche, forse, ma la sua anima era chiusa ai dolci misteri della pietà religiosa: egli andava su e giù, come un sonnambulo. All’uscire, il cocchiere, senza