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La Conquista di Roma 385

cava di rinfrancar lei, ma egli stesso era scosso profondamente. Queir ora di convegno fu amara, non ritrovarono mai più la serenità, e donn’Angelica, a un certo punto, riassunse tutte le sue paure, con la precisione che hanno le donne pel dramma che le sovrasta:

«Ora Giustini va alla Camera e dice a tutti, anche a don Silvio, che mi ha incontrata a Via Flaminia.»

Fu in quest’ora di amarezza che egli, sentendo i lamenti di donn’Angelica, osò dirle che bisognava levare dalla strada questo amore e metterlo in una casa, fra quattro pareti, al coperto dallo sguardo della gente, dalla curiosità dei viandanti. E glielo disse con tanta emozione rispettosa, con un sentimento così alto di riverenza, con una semplicità così onesta, che ella disse subito no, brevemente, ma non potette offendersene. No, ripeteva ella a tutte le umili considerazioni che egli le veniva facendo, un no lento ma deciso, senza collera, ma senza debolezza. A un certo momento, ella, come infastidita, gli disse:

«Tacete.»

Tacque: si separarono, senz’altre parole. Ma da quel minuto fatale in cui ella aveva incon-