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378 La Conquista di Roma

sospinto, incosciente, un povero essere agonizzante di angoscia.

IV.

Tre volte avevano camminato accanto, sulla larga via di campagna che va da Ponte Molle a Porta Angelica, sotto gli olmi e i platani, costeggiando il Tevere biancastro.

Ella lasciava la carrozza prima del Ponte Milvio, dicendo al cocchiere di andarla ad aspettare in Piazza S. Pietro: e faceva un centinaio di passi a piedi, passando il Ponte, cercando con gli occhi.

Egli era sempre là, aspettando da due ore, turbato dall’impazienza e dal desiderio, passeggiando su e giù innanzi all’osteria di Morteo, internandosi un poco nella Via di Tor di Quinto, tornando indietro sino al Ponte, arrivando sin dove comincia la Via Flaminia, tornando ancora indietro, dando dappertutto delle occhiate distratte, ai salici rinverditi che si piegavano sulle sponde del fiume, ai mandorli fioriti che sorgevano dietro le siepi della Farnesina, non vedendo nulla, col capo rivolto sempre verso Ponte Milvio,