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La Conquista di Roma | 263 |
tuna che non siamo in canicola, non siamo: lui avrà una voglia di mordere! —
E tutti, intorno a Sangiorgio, ridevano: Scalìa comperava dei fiori da Nerina, Castelforte narrava ancora il fatto a Gambara che si era accostato anche lui, e sorrideva placidamente guardando Sangiorgio con l’occhio del vecchio parlamentare che ama i giovani deputati laboriosi e coraggiosi; Cermignani e Melillo ascoltavano il chiacchiericcio sfavillante del Bencini dalla voce chioccia e dal riso secco. Fu quasi un corteo che accompagnò il deputato Sangiorgio sino al landau. Era uscito il sole, la carrozza fu aperta, Melillo volle salire anche lui. E come pel Corso passava la carrozza, vi era un allargarsi, un propagarsi di saluti, di cenni, di congratulazioni, di gesti, di sorrisi: pel Corso dove andavano su e giù deputati e giornalisti, uomini d’affari e reporters, dopo colezione, aspettando l’apertura della seduta, facendo il chilo, godendo quel piccolo raggio di sole prima di andarsi a chiudere nel caldaione del signor Comotto.
L’onorevole Chialamberto, il breve deputato ligure, discorreva col colonnello Dicenzo, un abruzzese magro dall’aria ascetica; ambedue sa-