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La Conquista di Roma | 229 |
«Voi credete, Oldofredi?»
«Perdio! se lo credo. La Camera è vigliacca.»
«No, onorevole Oldofredi.»
«Vigliaccheria e compagni! ecco la ditta.»
«Vi assicuro di no, Oldofredi.»
«Mi smentite, mi pare.»
«Sicuramente.»
«Voi mi smentite?»
«Io, proprio io.»
«Voi volete provarmi che la Camera non è vigliacca?»
«Sissignore.»
«Io abito in Via Frattina, 46, pranzo alle Colonne e vado all’Apollo, questa sera.»
«Va bene.»
«Buon giorno.»
«Buon giorno.»
Oldofredi si strinse nelle spalle, scosse la cenere della sigaretta e uscì, dimenando la sconquassata persona. Sangiorgio intinse la penna nel calamaio e ricominciò a scrivere. Quelli della stanza accanto non avevano udito nulla: tanto più che il dialoghetto era avvenuto sul tono ordinario di voci. Gasperini sfogliava i bilanci della finanza inglese, Giroux s’immergeva in