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La Conquista di Roma | 211 |
«Anche Denza, alle volte, fa piangere,» osservò la ragazza Borla, che non sapea cantare, e che era condannata a udire la voce cinquantenne di sua madre.
«E voi, donna Sofia, chi preferite?»
«Schumann,» mormorò essa semplicemente.
Le altre ragazze tacquero: non conoscevano quella musica. Ma la ragazza Serafini, nervosa e vivace, rispose:
«Ma tutta questa musica bisogna cantarla bene. Scusate», e abbassò la voce, «forse che vi piace la signora di poco fa?»
E il gruppo delle ragazze ridacchiò sottovoce.
«Quella che canta meglio, in Roma, è la Fiammante,» soggiunse la fanciulla Camilly, dal volto grasso e bianco, dagli occhi socchiusi di orientale trapiantata in Italia.
Le altre ragazze tacquero: la Boria strinse le labbra in segno di riprovazione, la Fasulo chinò gli occhi, l’Allievo arrossì; solo donna Sofia di Maccarese non mutò viso: non conosceva, o non si curava della Fiammante.
«È vero che sposa il deputato Sangiorgio?» chiese la Serafini.