Pagina:Serao - La conquista di Roma.djvu/206

202 La Conquista di Roma

sedette per terra. Ora sembrava piccola, tutta nera, accovacciata sullo scalino, con la testa appoggiata sulle ginocchia, guardando la bella fontana del Bernini, la barca sommersa nell’acqua. Sangiorgio non si era seduto: ritto accanto a lei, la guardava con un senso di orgoglio maschile, che filtrava attraverso quella sua dedizione. La bella signora sembrava abbattuta, seduta per terra come una misera, un mucchio di vesti nere dove forse palpitava un’anima ansiosa in un cuore tumultuante: e lui pareva quasi che la dominasse.

«Vi piace la fontana?» chiese ella con la sua voce armoniosa, alzando la testa.

«È bella assai.»

«Sì,» disse lei, chinando il capo. «Perchè non sedete?»

E pareva che non si dirigesse a lui, che parlasse alle acque mormoranti, che ricadevano continuamente nella barchetta naufragata. Egli sedette sullo scalino, accanto a lei.

«Non avete sigari? Fumate dunque un poco.»

«Mi duole di non aver sigarette per voi.»

«Non importa. Fumate, fumate voi.»

Egli accese il suo sigaro: ella aspirò l’aria.